giovedì 10 febbraio 2011

A.

è lei che ho sempre tenuto dentro. non so spiegarlo ma ora l'ho capito. ogni spinta, ogni desiderio, ogni stupido gesto di fuga era per lei. amare una donna che forse nemmeno immagina il tuo amore. amare poi cosa in lei? forse proprio quello che non è, dato che così poco sai di lei e tutto quello che senti poggia su una inconsistente sensazione catturata in una poesia. eppure sai che è lei, nel momento in cui la vedi passare dall'altra parte della strada, quando per caso scorgi una sua foto o ti sembra di sentire il suono della sua voce.

so però che quando mi parla io non ho più niente, mi spoglia e mi riveste d'oro. mi sento in pace e la pace è estinta. occhi, naso, bocca, dita, mani del mio cuore i suoi sono e non c'è altro.

ho gettato ogni cosa via ma non per lei, per l'inconscio desiderio di lei e di poter riempire il mio petto del suo profumo. ma quel profumo non lo conosco. l'ho sognato.

continuerò a sognarlo sinché un giorno quel sogno scolorirà ed io sarò troppo vecchio e stanco per respirare.

il mondo mi avrà sconfitto ed io immeritevole cadrò sotto il peso di tutti i miei errori.

delle mie menzogne; mi rimarrà però forse un dolce ed unico tassello che serberò come un cavaliere antico a costo dell'ultimo alito di vita.

Lei.

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