martedì 7 settembre 2010

Da una sola finestra

Era la zia Maria che aveva paura dei temporali. Lei, non vedente praticamente da sempre, si sentiva come sopraffatta da tutto quell'incomprensibile frastuono del cielo.
La casa del nonno Giovanni era per noi grandissima, a tratti immensa, e anche i meandri più oscuri sotto quei temporali estivi, non facevano paura. Era "porto franco", un'isola di salvezza per noi che ci sentivamo protetti da quei muri antichi, freddi ma sicuri.
L'unica finestra appena aperta, sul cortile, mi faceva intravedere il cielo verso est; un'oscurità mista a lampi di nuvole grigie. E poi il sorriso del nonno, con la sicurezza di chi la vita l'aveva vissuta attraverso i punti cardinali.
Era gioia e paura, fremito ed eccitazione, parole tenere; tempo passato per sempre e attraversato da nuovi ed inquietanti temporali che stentano a finire. Molto più scuri. Impenetrabili. Incomprensibili.
"Sta per uscire il sole, se siamo fortunati il temporale finirà con un bell'arcobaleno".
Vi ricordo tutti e tre in quella casa del "per sempre"; nei miei sogni, e tutti ancora a giocare d'estate, prima che un altro autunno arrivi. Prima che il freddo ci porti via.

2 commenti:

  1. anche la casa dei miei nonni era il porto sicuro dove nascondersi dal temporale improvviso. E come era bello guardarlo dal caldo di quella stanza imbiancata a calce, col camino che appena anneriva la parete più prossima. E nonna che sfornava il dolce. E nonno che guardava il cielo e sapeva tutto quello che noi ancora non sapevamo...

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  2. Occhi, cuori, anime intrecciati per sempre, si

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