martedì 22 dicembre 2009

Maya

Paradossale quanto quel che il giorno prima ci sembrava una tremenda sventura possa diventare, il giorno seguente, come pulviscolo sul tavolo. Un colpo di mano e via...

Tutto ciò la dice lunga sugli appetiti che sono propri dell'animo umano.

venerdì 18 dicembre 2009

Rare-fatto

Camminare negli spazi

camminare senza pena

come se l'abbandono

capriccio del cuore

dietro l'angolo fosse zittito

ed come lo strappo d'una nube

uscire a nuova vita

nuovo inesistere


Per oltre cento boschi

il mio cavallo ansimante

mi ha condotto

ed eccomi silenzioso e sollevato

nel sorriso dell'animo

cinto dalla corona del nulla

la mia bandiera


Sei oltre ogni dove

ogni sentire

specchio della mio statuario

impenetrabile slancio

dono dell'immanente e solitaria

Anima mia


Scelta e lucidità

segue la china sino alla soluzione

ed il vento dell'io

come una tempesta d'oltremare

scoperchia e s'annulla

sinché ogni tacito sogno

rimarrà svelato

martedì 24 novembre 2009

Saggio senza titolo

Dedicato a Jim Lowell

L’Arte vera, il Creare, è in genere da due decenni a due secoli in anticipo sui tempi, se paragonata al sistema e alla polizia. L’Arte vera non solo non è capita ma viene anche temuta, perché per costruire un futuro migliore deve dichiarare che il presente è brutto, pessimo, e questo non è un compito facile per quelli al potere – minaccia quanto meno i loro posti di lavoro, le loro anime, i loro figli, le loro mogli, le loro automobili nuove e i loro cespugli di rose. “Oscenità” è la parola che usano per giustificare la propria depravazione e per censurare le opere e per fare irruzione negli avamposti degli uomini creativi. La libreria di Jim Lowell ha subìto un’irruzione nello stesso periodo di quella di Steve Richmond, qui sulla costa ovest, perciò il cancro è diffuso in tutta la nazione e come mi ha detto qualcuno: “Siamo ritornati all’
Urlo”. Il che dimostra che non abbiamo percorso molta strada da allora. Il guaio con queste irruzioni è che i giudici stessi sono solo poco più esperti della polizia sull’attualità e sul significato della creazione pura. Le “riviste minori” hanno scarsa diffusione non perché gli scrittori scrivono male ma perché non ci sono abbastanza lettori pronti a capire, apprezzare, digerire la scrittura d’avanguardia. L’artista creativo è sempre stato vessato in modo costante dalla burocrazia e dal pubblico – Van Gogh era deriso dai bambini che gli lanciavano sassi contro la finestra. Era fortunato ad avere una finestra. Era fortunato ad avere un orecchio. Hemingway era fortunato ad avere un fucile. E io in questo momento sono fortunato ad avere questa macchina da scrivere, questa stanza, per scrivere questo, per raccontarvelo. Non chiedo pietà per l’artista, non chiedo fondi pubblici, non chiedo neppure comprensione; chiedo solamente che ci lascino in pace nella gioia, nell’orrore e nel mistero del nostro lavoro, e se venderanno le nostre opere per milioni di dollari quando saremo morti, dopo che saremo trascinati via dalle nostre stanze zeppe di scarafaggi, zeppe di topi, zeppe di fantasmi, zeppe di bottiglie, sono affari loro. Ma chiedo che ci lascino in pace ora – vi abbiamo lasciato le donne per bene, i castelli, le automobili nuove, i televisori, la guerra, le bistecche, le scarpe da quarantacinque dollari, i funerali da cinquemila dollari, i giardini di cactus lunghi un miglio, i Van Gogh originali –, lasciateci almeno in pace con le vostre “oscenità” e fate irruzione nelle edicole con le loro foto di tette e culi, pagina dopo pagina dopo pagina, stupida carne nuda insulsa, carne neutra inespressiva che i ragazzi delle superiori usano per farsi le seghe, per folli con facce ricoperte di melma che poi violentano i bambini, fate irruzione lì, fate irruzione in questa industria milionaria SE DOVETE FARE IRRUZIONE DA QUALCHE CAZZO DI PARTE ma lasciateci in pace LASCIATECI IN PACE. Fra cent’anni, quei libri che ora state confiscando verranno insegnati nelle vostre università, se i vostri leader non saranno così ignoranti da farci marcire all’inferno. Penso che quando fate irruzione la fate alle vostre paure, alla vostra coscienza (a quel poco che è rimasto), e fate irruzione, con rabbia, alla perdita delle vostre anime. Non vi chiedo di capire tutto. Per favore non chiedetemi di sforzarmi di farvi capire. Sono occupato con altre cose.

C. Bukowski

giovedì 19 novembre 2009

io mi batto.

Sabato ventisei qualche ora fa hanno colpito a morte Bergerac.
Poter morire colpito al petto, lealmente, dalla spada di un eroe...» - sì, dicevo così. Ma il destino s'è preso gioco di me... Ed eccomi ammazzato in un'imboscata, alle spalle, da un servo, con un tronco. Molto bene. Ho sbagliato tutto - anche la morte. 
[...] Ecco la mia vita: far da suggeritore, ed essere dimenticato.
[...] (a Rossana) Ti ricordi quella sera in cui Cristiano ti parlò sotto il balcone? Bene, la mia vita è tutta lì: mentre io restavo giù nell'ombra, l'altro saliva a cogliere il bacio della gloria. E' giusto, lo riconosco ora che sto per morire: Molière ha del genio e Cristiano era bello.
[...] Io ignoravo la dolcezza femminile. Mia madre non mi ha mai trovato bello. Sorelle non ne ebbi. Le amanti le ho fuggite per paura del loro sarcasmo. A te devo tutto sommato, d'avere avuto un'amica. A te devo se anche nella mia vita è passato il fruscio di una veste.
[...] Vado a raggiungere la luna senza nemmeno bisogno d'inventare una macchina che mi ci porti...
Quello è il mio paradiso. Più d'un'anima che m'è cara è in esilio lassù, ne sono certo. Vi incontrerò Socrate, Galileo...
[...] Ma che diavolo c'è stato a fare, che c'è stato a fare lui in questa galera?!... Filosofo, fisico, poeta, uomo d'armi, musicista trasvolatore di spazi, gran polemista e anche amante - ma per conto d'altri, qui giace Cirano di Bergerac che in vita sua fu tutto e non fu niente... Me ne vado. Scusatemi. Non posso farmi attendere: lo vedete, il raggio della luna viene a prendermi. 
Io non voglio che tu smetta di piangere l'affascinante, il bello, il buon Cristiano; voglio soltanto che quando il gran gelo avrà freddato le mie vertebre tu dia un doppio senso a questi tuoi funebri veli - voglio che il suo lutto diventi anche un poco il mio lutto.
[...]Mi sta guardando... Mi pare proprio che mi guardi, che si permetta di fissarmi il naso - lei che sul teschio camuso non ha naso...Che dite? Che è inutile resisterle?...
Lo so. Ma non si combatte solo per vincere. No, è assai più bello quando è inutile!...
Vi vedo. Quanti siete? Mille? - Vi riconosco, ci siete tutti... tutti i miei vecchi nemici!
La Menzogna? Tieni! Prendi! Ah ah! Il Compromesso, il Pregiudizio, la Viltà... (Duella) Volete che venga a patti? Mai!... Ah, eccoti anche te, la Stupidità!... Lo so che alla fine l'avrete vinta voi, ma non m'importa: io mi batto! mi batto! mi batto!
Sì, m'avete preso tutto: l'alloro e la rosa. Prendete! Prendete!... 
Ma c'è qualcosa che porto con me, nonostante voi, qualcosa con cui stasera saluterò l'azzurra soglia del cielo nel presentarmi a Dio, qualcosa che non ha piega né macchia...

Da "Cirano De Bergerac" di Edmond Rostand (1868-1918)

venerdì 13 novembre 2009

L.

Di lana e foglie

ho costruito il soglio

di lana e tempo senza tempo


il nostro tempo scomposto


sfaccettato

 

come caleidoscopio di nebbie

altisonanti propositi

incrollabili verità


Corrugata la fronte

m'abbandono al manto

e se una carezza 

percuote d'oltre 


ogni contorno 

 

allora ad essa sono

e ad essa devo ogni mio sé

giovedì 12 novembre 2009

speak to me/breathe

Breathe , breathe in the air
Don't be afraid to care 
Leave but don't leave me
Look around and choose your own ground 
For long you live and high you fly
And smiles you'll give and tears you cry 
And all you touch and all you see
Is all your life will ever be

Run rabbit run
Dig that hole,forget the sun 
And when at last the work is done 
Don't sit down it's time to start another one 
For long you live and high you fly 
But only if you ride the tide 
And balanced on the biggest wave
You race towards an early grave 

D. Gilmour

mercoledì 4 novembre 2009

l'Angelo

E mi venne in dono un angelo

sconosciuto e impalpabile

come cielo e acqua infinito

seppe dal labbro 

che congruo lo accinse

la bocca a toccargli e 

sette

sette lampi di oscura 

iridescente

fuliggine.

Il sottile e sconosciuto derma di cento desideri

assopiti e silenziosi 

ma mio il tuo sguardo

Angelo senza nome

senza sapere

senza parole

senza altro che

la tua

maestosa e tacita

bellezza.

domenica 18 ottobre 2009

Catrame

foglie masticate sull'asfalto tiepido

mi scalzo invadente sul catrame

odore di calore distrattamente

solo ruggine e tela

lost

every lost time.

luccica e si dimena la bocca

i denti arrotolati e fragili

velenosi e rappresi

La mangusta è un animale rapido.

il pensiero e l'azione vomitata

l'istinto silenzioso

lo sterco e la cibaria

penzolante la carne

attorniata dalle mosche cannibali

nel tranquillo paese di provincia

schifosovomitare

ali rotte

cera ed ali

cera ed ali e volontà

disperata

silenziosa.

Senza più parole.

precisa.

mercoledì 16 settembre 2009

...verso il Punto Omega

«Dapprima, mi hanno considerato un ottimista o un utopista beato, un sognatore di uno stato d'euforia umana in un qualche futuro. Poi, cosa più grave ancora, si va ripetendo che sono il profeta di un universo che distrugge i valori individuali. In verità, la mia più grande preoccupazione è stata quella di affermare che l'unione fra l'uomo e Dio, fra l'uomo e l'altro uomo, fra l'uomo e il cosmo non annulla mai la differenza. Io mi trovo agli antipodi sia di un "totalitarismo sociale" che porta al termitaio sia di un "panteismo induizzante" che conduce ad una fusione e un'identificazione fra gli esseri.»

Pierre Teilhard de Chardin

giovedì 10 settembre 2009

Siamo gli uomini vuoti

Siamo gli uomini vuoti
Siamo gli uomini impagliati
Che appoggiano l'un l'altro
La testa piena di paglia. Ahimè!
Le nostre voci secche, quando noi
Insieme mormoriamo
Sono quiete e senza senso
Come vento nell'erba rinsecchita
O come zampe di topo sopra vetri infranti
Nella nostra arida cantina

Figura senza forma, ombra senza colore,
Forza paralizzata, gesto privo di moto;

Coloro che han traghettato
Con occhi diritti, all'altro regno della morte
Ci ricordano - se pure lo fanno - non come anime
Perdute e violente, ma solo
Come gli uomini vuoti Gli uomini impagliati..



II
Occhi che in sogno non oso incontrare
Nel regno di sogno della morte
Questi occhi non appaiono:
Laggiù gli occhi sono
Luce di sole su una colonna infranta

Laggiù un albero ondeggia
E voci vi sono
Nel cantare del vento
Più distanti e più solenni
Di una stella che si spegne.

Non lasciate che sia più vicino
Nel regno di sogno della morte
Lasciate anche che porti
Travestimenti così deliberati
Pelliccia di topo, pelliccia di cornacchia, doghe incrociate
In un campo
Comportandomi come si comporta il vento
Non più vicino -

Non quel finale incontro
Nel regno del crepuscolo



III
Questa è la terra morta
Questa è la terra dei cactus
Qui le immagini di pietra
Sorgono, e qui ricevono
La supplica della mano di un morto
Sotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo.
E' proprio così
Nell'altro regno della morte
Svegliandoci soli
Nell'ora in cui tremiamo
Di tenerezza
Le labbra che vorrebbero baciare
Innalzano preghiere a quella pietra infranta.



IV
Gli occhi non sono qui
Qui non vi sono occhi
In questa valle di stelle morenti
In questa valle vuota
Questa mascella spezzata dei nostri regni perduti
In quest'ultimo dei luoghi d'incontro
Noi brancoliamo insieme
Evitiamo di parlare
Ammassati su questa riva del tumido fiume
Privati della vista, a meno che
Gli occhi non ricompaiano
Come la stella perpetua
Rosa di molte foglie
Del regno di tramonto della morte
La speranza soltanto Degli uomini vuoti.



V
Qui noi giriamo attorno al fico d'India
Fico d'India fico d'India
Qui noi giriamo attorno al fico d'India
Alle cinque del mattino.

Fra l'idea
E la realtà
Fra il movimento
E l'atto
Cade l'Ombra

Perché Tuo è il Regno
Fra la concezione
E la creazione
Fra l'emozione
E la responsione Cade l'Ombra

La vita è molto lunga
Fra il desiderio
E lo spasmo
Fra la potenza
E l'esistenza
Fra l'essenza
E la discendenza
Cade l'Ombra

Perché Tuo è il Regno
Perché Tuo è
La vita è
Perché Tuo è il

E' questo il modo in cui finisce il mondo
E' questo il modo in cui finisce il mondo
E' questo il modo in cui finisce il mondo

Non già con uno schianto ma con un lamento.

T.S. Eliot

domenica 30 agosto 2009

sprecare la vita

lamentele inifme e triviali,
costantemente ripetute,
possono far ammattire un santo,
per tacere di un bravo ragazzo
qualunque (me)
e il peggio è che chi
si lamenta
nemmeno si accorge di farlo
a meno che non glielo dici
e perfino se glielo dici
non ci crede.
e così non si conclude
niente
ed è solo un altro giorno
sprecato,
preso a calci,
mutilato
mentre il Buddha
siede nell´angolo
e sorride.

C. Bukowski

sabato 29 agosto 2009

Profezie

C'è un quadro di Klee che si chiama Angelus Novus. Vi è rappresentato un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui ha fisso lo sguardo. I suoi occhi sono spalancati, la bocca è aperta, e le ali sono dispiegate. L'angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un'unica catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie e le scaraventa ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che l'angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce verso il cielo il cumulo delle macerie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera. (dalle tesi Sul concetto di storia di Walter Benjamin, Einaudi, 1997, pp. 35-7)

venerdì 28 agosto 2009

mielebalsamicofrescodissetantefrizzante

incondizionabilmentesconfidatoognipiùliberodirechediventeràselalunalovuolepoesiaperlapelle.

martedì 25 agosto 2009

goccia

dovè il fuoco

sicuro,

materia pulsante,

improvvisa alba dei sensi,

cantico sommerso di antichi suoni.

noi,

bambini alle armi

scioccati dal fuoco dell'ardire;

attitudine disciplinata al gesto finale.

oscurato il velo,

lacerato l'opposto

sino alle mute cuciture

dell'improvviso

fuoco.

domenica 23 agosto 2009

Bisogna essere in due perché la verità nasca: uno per dirla e l'altro per ascoltarla. H. Thoreau

domenica 16 agosto 2009

Love is a losing game

di Amy Winehouse

For you I was a flame
Love is a losing game
Five story fire as you came
Love is a losing game

Why do I wish I never played
Oh, what a mess we made
And now the final frame
Love is a losing game

Played out by the band
Love is a losing hand
More than I could stand
Love is a losing hand

Self professed... profound
Till the chips were down
...know you're a gambling man
Love is a losing hand

Though I'm rather blind
Love is a fate resigned
Memories mar my mind
Love is a fate resigned

Over futile odds
And laughed at by the gods
And now the final frame
Love is a losing game

sabato 15 agosto 2009

Miele

Quanto vorrei

dolce come il miele,

come vorrei

stella del mattino

carezzare piano il tuo dolce tratto

assaporare per l'attimo

solitario

glaciale di lava

la tua

pelle.

Magico miele sulla tua infinita bocca

baciare ogni centimetro

smisurato centimetro di te

mia bellissima fiaba

silenzioso

senza lasciar trasparire nulla

come quando ti parlo

e tu non sai

ascolto il canto della tua voce

ascolto la tua scia

La bellezza avvolgente

del tuo parlare

semplice

Nel torrido destino negato

tutto è separato

tutto sbagliato

tutto come deve essere

ma io

e te

così non saremo mai.

Parlami ancora dolce miele

parlami, parlami